Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Comune di Monfalcone è stato istituito con la legge 6 luglio 1964, n. 633, con lo scopo di promuovere lo sviluppo economico del Comune di Monfalcone e di favorire il sorgere di nuove iniziative industriali nell’ambito del territorio. Il Consorzio era costituito dagli stessi Enti che avevano costituito la Società per azioni Zona Industriale e Portuale di Monfalcone, ossia il Comune di Monfalcone,la Provincia di Gorizia,la Camera di Commercio di Gorizia e l’Istituto per la Ricostruzione Industriale) con un patrimonio iniziale di 30 milioni di Lire, suddiviso in analoghe quote percentuali. Il Consorzio, come può essere letto dall’atto costitutivo, nacque per favorire “lo sviluppo di nuove iniziative industriali” e fu concepito anche come strumento di diversificazione dell’economia rispetto alla preponderante presenza del cantiere navale, fondato dalla famiglia Cosulich nel 1908, poi passato sotto le insegne dell’industria pubblica all’inizio degli anni Trenta.
A metà degli anni Sessanta l’impalcatura normativa del Consorzio era praticamente completata ed esso si apprestava a operare in due ambiti industriali: l’area del Lisert, situata alle spalle del porto di Monfalcone, e quella denominata Schiavetti Brancolo. Quasi subito entrarono nel Consorzio anche i rimanenti comuni del mandamento monfalconese, e cioé Doberdò del lago, Fogliano-Redipuglia, Ronchi dei Legionari, San Canzian d’Isonzo, San Pier d’Isonzo, Staranzano e Turriaco. Il professor Calcaterra nella relazione introduttiva della Conferenza economica del Monfalconese, tenutasi nel 1968, definiva la zona industriale di Monfalcone come “una delle migliori dell’Italia nord-orientale e senz’altro la migliore della Regione” per le sue caratteristiche: ampie dimensioni, vasti fronti a mare, terreni di buona consistenza, amplissima disponibilità d’acqua e di energia elettrica, buoni collegamenti portuali, stradali, ferroviari e aerei.
Nei primi anni le energie del Consorzio si concentrarono sulle infrastrutture di base, furono così avviate la costruzione, l’allargamento e la sistemazione delle strade, partirono i lavori per il collegamento diretto dell’area industriale – portuale con la statale 14 Trieste – Venezia e l’autostrada, i raccordi ferroviari, l’acquedotto, le linee elettriche e le opere di fognatura.
Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta (periodo in cui si insediava in zona Schiavettila EATON– e successivamente il manifatturiero della GORISPAN e GORISPAC) prese corpo l’idea di un polo siderurgico dell’area Lisert, anche perché diversi imprenditori siderurgici avevano puntato gli occhi su Monfalcone proprio per la vasta disponibilità di aree a ridosso del mare, mamai decollato. Nellostesso periodo il cantiere navale conobbe un periodo di notevole prosperità grazie alla grande richiesta di grandi navi petroliere. Verso la fine degli anni Sessanta il comprensorio industriale subisce un duro colpo a causa della chiusura di differenti siti produttivi, fra i quali il più importante era quello della ditta belga Solvay, produttrice di carbonato di sodio. Queste perdite furono in qualche modo compensate dall’insediamento della Società Bulloneria Europea che rimane tuttora fra le più importanti realtà industriali a Monfalcone.
Con l’approvazione del Piano regolatore del Porto del 1972, il Consorzio iniziò un processo che avrebbe portato al potenziamento delle infrastrutture del scalo marittimo. Il piano infatti prevedeva il prolungamento della banchina e il potenziamento dei mezzi di sollevamento, la realizzazione di una scogliera di protezione, la sistemazione delle aree retrostanti le banchine, la costruzione di edifici per i servizi, un nuovo raccordo con la stazione di Monfalcone, il dragaggio dei bacini portuali di evoluzione dei natanti, di una cassa di colmata da riempire con i materiali di risulta dei dragaggi per i futuri sviluppi del porto, il dragaggio del canale di accesso al porto (uno dei principali limiti per lo sviluppo del porto di Monfalcone).
Il Piano regolatore del 1972 ha dunque indicato la strada per il potenziamento portuale, progettandone lo sviluppo verso Sud, dove esistevano molte aree libere che sono state bonificate dal Consorzio, ma anche per non intralciare l’attività industriale del cantiere navale e della centrale termoelettrica, dotata di una banchina in autonomia funzionale per lo sbarco di combustibili, carbone e olio.
Nel corso degli anni successivi le opere previste nel 1972 sono state in gran parte realizzate, grazie anche al contributo determinante del Consorzio, compresa la casse di colmata. Nel 1983 sono stati completati i lavori di dragaggio del canale di accesso al porto che è stato portato a 10,5 metridi profondità, rendendo possibile l’ingresso di navi di maggiore tonnellaggio. Sempre negli anni Ottanta il Consorzio ha iniziato una grande opera di bonifica dei bacini di carbonato di calcio della Solvay nella zona industriale del Lisert in modo da potenziare le attività portuali. E’ interessante rimarcare che il 60% di tutti gli investimenti realizzati dal Consorzio nel Lisert, equivalente a 25,1 miliardi di lire nel 1988, sono stati destinati a opere marittime, inoltre va tenuto conto che anche una buona parte degli altri investimenti (ad es. quelli inerenti le opere di viabilità), hanno avuto un riflesso positivo sull’attività portuale.
Nel 1992 è stato inaugurato anche il nuovo raccordo ferroviario con la stazione di Monfalcone, progettato dal Consorzio già nella seconda metà degli anni Settanta. Tale ritardo fu dovuto alla mancata possibilità di reperire i finanziamenti necessari alla sua realizzazione. Le infrastrutture ferroviarie sono state poi potenziate con la costruzione di un fascio di binari di presa e consegna per decongestionare i piazzali operativi e successivamente di un anello ferroviario attorno all’area del Lisert per ridurre i tempi di formazione dei convogli, di uno scalo merci e di un piazzale intermodale gomma-rotaia.
Negli anni Ottanta il Consorzio ha visto l’estensione delle proprie competenze su un’area di 400 mila metri quadrati nei pressi dell’aeroporto del Friuli Venezia Giulia per aiutare lo spostamento di Meteor (oggi Selex-Galileo), azienda specializzata nella produzione di velivoli aerei teleguidati che nel 1985 passò sotto il controllo del Gruppo IRI, in un nuovo stabilimento più adatto alle esigenze dell’impresa.
Negli anni Novanta nel comprensorio del canale est-ovest è stato individuato l’ambito per lo sviluppo della nautica da diporto, che dal 2000 si è sviluppato con una grande mole d’investimenti per infrastrutture pubbliche che hanno permesso investimenti da parte di privati per circa 80 milioni di Euro consentendo l’insediamento di molte attività, sviluppatesi nell’ultimo decennio che hanno fatto assumere all’area un aspetto del tutto nuovo. Gli anni Novanta sono stati caratterizzati anche da un nuovo periodo di prosperità per il cantiere navale, grazie al successo nella costruzione di prestigiose navi da crociera di grandi dimensioni, successo che continua tuttora.
Gli anni Duemila hanno dunque visto lo sviluppo del polo nautico monfalconese situato a ridosso del Canale Est-Ovest nella zona industriale del Lisert che si sta affermando come uno dei poli nautici più importanti in Italia e, quindi, in Europa. Specialmente negli ultimi anni, grazie all’insediamento di alcune fra le più importanti aziende del settore, il polo nautico sta conoscendo un periodo di notevole sviluppo, diventando un polo di eccellenza della nautica europea. In particolar modo va citato l’approdo del gruppo Beneteau che ha scelto Monfalcone per realizzare il centro europeo di produzione della Monte Carlo Yachts. Il colosso della nautica, che ha rilevato lo stabilimento di costruzioni nautiche della Seaway, ha inoltre previsto un ulteriore investimento di quaranta milioni per la realizzazione di un secondo capannone produttivo sull’altra riva del Canale Est-Ovest.
A metà dell’anno 2000 sono state poste le premesse per realizzare uno degli obiettivi più importanti indicati da tutte le componenti interessate allo sviluppo dello scalo, vale a dire l’escavo del canale del porto con in fondali ad una profondità di 12,5 metri. Tale opera consentirebbe a Monfalcone un ulteriore sviluppo, tuttavia il progetto rimane tuttora bloccato a causa di tutta una serie di intoppi burocratici e non solo, che si spera possano essere risolti in tempi brevi.
Gli anni Duemila sono stati e purtroppo rimangono testimoni di una gravissima crisi economica che ha avuto le sue nefaste influenze anche nel monfalconese, portando alla chiusura o a grandi difficoltà di sostenibilità molte imprese insediate. Nel suo complesso il tessuto industriale del monfalconese sta reggendo piuttosto bene all’attuale crisi grazie a delle condizioni logistiche buone, allo sviluppo di settori meno colpiti dalla crisi (nautica) e al nuovo insediamento di alcune grosse realtà industriali. Si pensi ad esempio all’insediamento del gruppo Mangiarotti che, con un investimento di 200 milioni circa, ha realizzato uno stabilimento nel sito, dove in precedenza erano locate industrie aziende come Ineos Adriaplast e Solvay che molto hanno dato al territorio in termini occupazionali. L’azienda, leader a livello mondiale nella costruzione di apparecchiature a pressione per le industrie chimiche e petrolchimiche, nonché per il settore di generazione dell’energia, ha deciso di insediarsi a Monfalcone dopo aver ben valutato tutti i vantaggi logistici che il nostro territorio può offrire. Lo stesso ragionamento sulle opportunità logistiche che il comprensorio industriale monfalconese mette a disposizione, è stato effettuato dalla IMC del gruppo Cimolai, quando ha deciso di acquisire lo stabilimento dove prima erano insediate Terex, Fantuzzi Reggiane e Comedil. L’arrivo del gruppo Cimolai con un investimento quantificabile in 150 milioni circa ha accentuato ancora di più il ruolo dell’area industriale monfalconese come sito di eccellenza nella per le costruzioni metalmeccaniche innovative e ad alto contenuto tecnnologico, sia sul fronte strutturale civile che quello nautico-navalmeccanico. La presenza contemporanea di grosse realtà industriali potrebbe portare a delle notevoli sinergie fra le stesse che garantirebbero anche delle ricadute occupazionali di notevole impatto.
Concludendo, il Consorzio per lo Sviluppo industriale del Comune di Monfalcone è stato uno dei principali attori che hanno contribuito allo sviluppo economico dell’Isontino e non solo. Nei suoi primi cinquant’anni ha realizzato infrastrutture che al valore attuale potrebbero essere quantificate in oltre il centinaio di milioni di Euro. La felice posizione geografica, le capacità tecniche e il saper cogliere le esigenze produttive del territorio sono stati e saranno fattori di successo per le aziende che operano nelle aree di competenza del Consorzio, pertanto la speranza per il futuro è che esso possa realizzare altre opere ambiziose, in grado di rendere il nostro territorio appetibile per nuovi investimenti e più competitivo per gli operatori, che già producono al suo interno. Solo con una pianificazione che lavori in tal senso si potrà sviluppare una vasta offerta lavorativa e garantire un’alta soglia di benessere economico che permetta anche alle generazioni future di potere crescere e prosperare.
Il Consorzio è operativo dal 1964, realizzando infrastrutture, offrendo servizi di alta qualità e supportando le aziende che desiderano investire nel territorio del monfalconese.
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